Pellegrinaggio famiglie a Mesero 2019

Domenica 7 aprile un gruppetto di famiglie della nostra comunità ha partecipato ad una giornata di preghiera e pellegrinaggio a Mesero organizzata dalla Diocesi.

La giornata è iniziata alle 9 in un clima sereno e familiare: tra caffè, torte e biscotti siamo stati accolti, e chi aveva portato i bambini li ha lasciati alle baby sitter.

Dopo un momento di preghiera insieme, è iniziata la riflessione, guidata dapprima da un sacerdote, don Federico Cinocca, poi da una coppia di sposi, Carmelo e Lucia. Il tema centrale di questa riflessione era la figura di Abramo, in particolare questi versetti tratti dal libro della Genesi:

 

Genesi 12

1 Il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
2 Farò di te un grande popolo
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione.
3 Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».

Cosa c’entra la figura di Abramo con una coppia di sposi?

Abramo parte, seguendo una promessa, senza sapere bene dove lo condurrà il Signore, proprio come quando ci si sposa e si inizia una famiglia. Abramo è il primo pellegrino perché risponde a una chiamata, e ha il coraggio di lasciare la sua casa e mettersi in cammino. La voce di Dio per farsi ascoltare e comprendere parla a ciascuno con la lingua della sua esperienza, della sua storia. Le indicazioni sono chiare (“Vattene dal tuo paese, dalla tua patria, e dalla casa di tuo padre”) ma il contenuto profondo tuttavia non è totalmente afferrabile (verso dove? Verso “il paese che io ti indicherò”). È così ogni sposo o sposa che, a un certo punto, ha scommesso tutto su quell’uomo o quella donna, e ha lasciato la propria casa e le proprie comodità per incominciare con lui o con lei una strada nuova, e per costruire una casa nuova. Il primo pellegrinaggio, ci ha ricordato don Federico, è quando si ha il coraggio di lasciare sé e andare verso l’altro, anche la propria moglie o il proprio marito.

Il primo tratto del pellegrino è che è una persona che riceve una chiamata, il secondo tratto è che questa chiamata contiene una promessa di felicità. Per questo il pellegrino non è un turista, che viaggia per piacere, fermandosi un po’ in un posto e un po’ in un altro, né un vagabondo, spinto dal bisogno a spostarsi da un luogo all’altro senza pace.

Il pellegrino è destinatario di una promessa, e su questa promessa sale in barca e prende il largo, come si vede nella bellissima immagine di Friedrich, ripresa da Carmelo e Lucia, in cui appunto una coppia guarda dal proprio veliero una città all’orizzonte.

Dopo la riflessione guidata (e una nuova pausa caffè 😊) c’è stato dello spazio per la riflessione personale e di coppia, e poi ci siamo trovati per un breve pellegrinaggio a piedi, prima sulla tomba di Gianna Beretta Molla, poi nel santuario.

La messa era celebrata dal rettore del santuario, che aveva personalmente conosciuto Santa Gianna, e dal nostro vicario don Luca Raimondi. Abbiamo concluso il tutto con un pranzo insieme al sacco.

È stata per tutti una occasione di riposo e stacco dalle attività quotidiane, per concentrarsi su di sé, sul proprio cammino di coppia e di famiglia e ricentrare un po’ la direzione in cui si sta andando.