Festa delle Famiglie – Prendiamoci cura di NOI, la coppia

Un’emergenza in casa: finito il sale grosso.
Marito inviato al supermercato.
Dieci minuti e telefona: “Il sale non c’è”.
Io, fredda, spiego dove cercare. Lui non trova.
Richiama.
Finalmente un commesso, impietosito, lo aiuta.

Certi uomini si perdono, al supermercato. Naufraghi, chiedono indicazioni alle signore gentili. È un fatto generazionale: la mamma, proprio non gli ha insegnato.
O forse è una strategia per farsi dire: lascia perdere, faccio io? Spesso, in effetti, sarebbe meglio.

Prima volta del marito con la lavastoviglie: ci mise il detersivo per lavare i piatti a mano.
Uno tsunami di schiuma dalla macchina, sotto ai miei occhi attoniti.

Eppure, stamattina il naufrago mi fa tenerezza. Come farei, senza di lui?
Trent’anni ad arrabbiarmi: dice che sono peggio del suo sergente, alla leva. Ma, senza, non saprei stare.

Quest’estate una mattina era pallidissimo, sudato, in affanno.
L’ambulanza è partita con la sirena accesa. Dall’ospedale chiuso per Covid mi hanno chiamato: è grave, operiamo.
E io, mi sono sentita crollare.
Ho capito in un istante quanto davvero, ormai, siamo una cosa sola.
Ora lo curo: iniezioni, controllo della glicemia. Sono inflessibile, come quel sergente. Ma un po’ madre, adesso, anche sua.

Forse questo è il segreto: volergli bene come ad un altro figlio.
Antiquato, politicamente scorretto?
Eppure, vero.

(di Marina Corradi, L’anno che verrà, Avvenire, 24 gennaio 2021)

C’è un IO.
C’è un TU.
C’è un NOI.
C’è un io e un tu che scelgono di stare insieme e di formare una COPPIA che poi fiorisce formando una FAMIGLIA.

Ma ti sei soffermata/o di recente a riflettere sulla relazione di coppia che c’è tra voi, o se ancora c’è?
Questo è un invito a vincere la pigrizia o le mille difficoltà o quegli impedimenti, più o meno reali, che ci trattengono nella comodità della nostra casa: è un sollecito (forse insistente, ma è a fin di bene) a uscire come coppia per recarsi insieme in chiesa, domani, venerdì 29 gennaio alle 20.45, per ritagliarsi tre quarti d’ora per sé, per ricucire quegli strappi, grandi o piccoli, che la vita e la quotidianità lascia e rigenerare la coppia.
Certo, è scomodo, è difficile, è faticoso dopo una settimana di lavoro, con la pandemia e il coprifuoco, ma sappiamo bene che tutto ciò che facciamo con un po’ di fatica alla fine si rivela essere ancor più prezioso di quanto potessimo immaginare.
Cosa aspetti allora?
Organizzati per tempo: ci vediamo domani!